In questi giorni è sulla bocca di tutte le Istituzioni il tema dell’aumento delle bollette.
Dopo i rincari dello scorso trimestre, da ottobre le nuove tariffe potrebbero crescere ulteriormente, diventando un serio problema di sostenibilità economica per imprese e famiglie.
Le previsioni parlano, infatti, di un +40% per l’elettricità e di un +31% per il gas.
Da cosa sono causati questi aumenti?
Dopo il lockdown che aveva fatto abbassare il prezzo delle materie prime, la crescente domanda e le basse scorte hanno portato a un aumento progressivo delle fonti fossili utilizzate per la produzione di energia, primo tra tutti il gas. Insomma, i nuovi aumenti sembrano essere una diretta conseguenza della ripresa economica.
Si tratta di un fenomeno non certo nuovo a cui Paesi, come l’Italia, privi di giacimenti di petrolio o gas, sembrano dover assistere inermi, tanto che il Governo sembra intenzionato a mettere una pezza, contenendo il valore degli oneri generali di sistema.
Gli oneri generali di sistema sono una delle componenti della bolletta elettrica.
In particolare, sono destinati alla copertura di costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico, quali: sostegno alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione, riduzione del costo dell’energia per le imprese ad elevato consumo energetico e per il settore ferroviario, copertura del bonus elettrico, lo smantellamento del nucleare, lo sviluppo del sistema elettrico, la promozione dell’efficienza energetica e le compensazioni delle imprese elettriche minori.
Sono tariffe che vengono stabilite trimestralmente dall’Autorità e variano a seconda del tipo di utenza (domestica, microimprese, piccole imprese, ecc…).

Ma oltre questi provvedimenti emergenziali, non esistono soluzioni strutturali per il lungo periodo?
La risposta è sì e ce la fornisce lo stesso Ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, ovvero le fonti rinnovabili.
Realizzare la transizione energetica ci permetterebbe, infatti, di ottenere il duplice effetto di avere energia a costi gestibili e nello stesso tempo da fonti rinnovabili come il sole, il vento, di cui peraltro disponiamo in quantità, a differenza di petrolio e gas. Se quindi ci impegniamo sugli obiettivi che ci siamo dati come Europa e come Italia, e cioè arrivare al 70% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030, potremo sganciarci dalle forniture di altri Paesi.
Questo, però, dipende dallo Stato e dagli investimenti che il settore energetico farà in questo senso.
Cosa possiamo fare noi consumatori per proteggerci?
In primo luogo, se già non l’abbiamo, possiamo andare a stipulare un contratto di fornitura sul libero mercato, ovviamente con fonti rinnovabili, poiché, si è detto, in questo periodo non presentano delle oscillazioni così variabili come le fonti fossili.
Per trovare un’offerta si può consultare il sito dell’Autorità, www.ilportaleofferte.it, che farà una classifica delle tariffe al momento più vantaggiose a seconda dei parametri di consumo inseriti.
Agli aderenti a Traveleco è invece riservata un’offerta dedicata con il nostro partner èNostra, la prima cooperativa di fornitura di energia elettrica, che vende ai propri soci solo elettricità rinnovabile proveniente da impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici con garanzia d’origine. Inoltre, l’energia viene acquistata solo da imprese e impianti sostenibili, prediligendo realtà di produzione legate alle comunità locali e favorendo la crescita della quota di energia da fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale, così da ridurre al minimo gli impatti legati all’installazione di impianti da rinnovabili.
Per chi vuole e può spingersi oltre, un’ulteriore alternativa è l’autoproduzione di energia elettrica attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici.
Ciò mette sicuramente al riparo dalle fluttuazioni del mercato, nella misura in cui qualcuno riesca a essere completamente autosufficiente.
Proprio su questo argomento vi sono importanti novità.
L’autoconsumo, una volta possibile solo singolarmente (l’energia prodotta in eccesso doveva essere ceduta alla rete), oggi è consentito anche in maniera collettiva, ossia ci si può scambiare l’energia (in maniera virtuale) tra utenti di una stessa comunità, che fanno parte, per l’appunto, di una comunità energetica. Questa configurazione permette di ottenere una tariffa agevolata sull’energia e l’esenzione da alcune componenti della bolletta.
I vantaggi sono anche ambientali, poiché vengono sfruttate le coperture degli edifici per l’installazione di pannelli fotovoltaici anziché generare nuovo consumo di suolo, e sociali, dal momento che si tratta di una produzione di energia delocalizzata.