
Quando si viaggia, si sa, uno dei piaceri è scoprire le cucine e i sapori locali attraverso piatti tipici, esperienze di degustazione e percorsi a tema. In Italia, sotto questo punto di vista siamo molto fortunati, tanto che possiamo dire tranquillamente che, dovunque si capiti, si riesca a mangiare bene.
Il cibo influisce doppiamente sulle vacanze degli Italiani, in primis sulla decisione della destinazione e secondariamente sulla scelta della struttura dove alloggiare.
Secondo una ricerca Coldiretti del 2020, è infatti il cibo la voce principale del budget della vacanza, con circa un terzo del budget destinato alle ferie utilizzato in pranzi e cene fuori (ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi), ma anche per street food e souvenir enogastronomici. Il totale complessivo di ciò che gli Italiani spendono per gustare le specialità enogastronomiche del luogo dove si recano in vacanza, a oggi, è di oltre 27 miliardi di euro all’anno.
Un italiano su cinque (il 19%, per la precisione) sceglie la meta delle proprie vacanze in base al cibo, mentre per il 53% il cibo è uno dei criteri su cui basare la propria preferenza.
Una volta scelta la destinazione, il cibo influenza la scelta dell’alloggio: quelli che preferiscono il fai-da-te opteranno per una soluzione con cucina; coloro che cercano una via di mezzo tra indipendenza e relax scelgono formule con la prima colazione inclusa (bed and breakfast, hotel), mentre i turisti più alla ricerca di comodità optano per una struttura ricettiva che offra anche la cena.
In generale, il servizio ristorativo della struttura ricettiva viene preso attentamente in considerazione al momento della prenotazione della vacanza.
La preferenza ricade su strutture con ristoranti dal menù ricco di piatti legati alla della tradizione locale. Punti in più per coloro che hanno una produzione diretta: ortaggi, frutta, carne, dolci e vino o altre bevande.
Molta attenzione viene posta anche alle diete. Sempre più persone scelgono di seguire, per volontà o necessità, regimi alimentari particolari, come ad esempio vegetariani, vegani, celiaci, ecc…
Essere certi di poter soddisfare i propri palati o non dover perdere troppo tempo a spiegare le proprie esigenze è sicuramente apprezzato e sempre più richiesto dai clienti. È quindi ormai fondamentale prevedere nel menù varianti per queste necessità, che devono essere debitamente segnalate. Attenzione a non fornire soluzioni che il cliente potrebbe giudicare ridicole o irriverenti (evitate assolutamente di servire una misera insalata a un vegetariano).
Altro trend in crescita riguarda l’attenzione verso la riduzione degli sprechi alimentari. Ogni anno lo spreco alimentare è responsabile del 10% delle emissioni di gas serra, per questo motivo, contrastarlo è stata riconosciuta come la soluzione principale per rallentare il cambiamento climatico.

A una maggiore attenzione dei consumatori verso queste tematiche, purtroppo, si associa spesso una mancata consapevolezza da parte di chi cucina, che quindi non riesce a offrire risposte adeguate.
La tecnologia ha però permesso di trovare nuove soluzioni in cui a guadagnare non sia solo il consumatore ma anche il ristorante stesso; è nata così Too Good To Go, la prima app per la riduzione degli sprechi alimentari, oggi partner di Traveleco!
La partnership tra Traveleco e Too Good To Go nasce proprio per aiutare le strutture ricettive a ridurre le eccedenze e a diventare più sostenibili sotto questo aspetto.
Too Good To Go, infatti, combatte gli sprechi dando la possibilità ai ristoranti e ai negozi di vendere a un prezzo scontato le rimanenze di fine giornata (ma ancora buone!) che andrebbero altrimenti buttate. I clienti cercano i ristoranti aderenti sull’applicazione e dopo aver acquistato una Magic Box, il cui contenuto è a sorpresa, dipendendo dalla disponibilità del giorno, si recano al ristorante per il ritiro.
Entrando a far parte di Too Good To Go anche le strutture dell’ospitalità possono combattere lo spreco alimentare, diventando waste warrior!
Inoltre, agli aderenti a Traveleco è riservato un ulteriore vantaggio: l’azzeramento del primo anno di abbonamento alla piattaforma.
Vendere gli invenduti non è mai stato così semplice e conveniente.
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Altre soluzioni per la lotta agli sprechi riguardano la possibilità di stipulare accordi con delle associazioni che ritirano determinati prodotti per poi donarli alle persone in difficoltà.
Per quanto riguarda invece il cibo avanzato a tavola, la classica doggy bag, ossia la possibilità di portare a casa quanto non consumato, è sicuramente lo strumento più efficace, nonostante in Italia ancora stenti a decollare, per lo più per l’imbarazzo da parte dei clienti. Una struttura attenta a queste tematiche dovrebbe istruire il proprio personale affinchè proponga al cliente questa opzione, che a quel punto si sentirà incoraggiato a rispondere in maniera affermativa.