Il valore dei diritti

Il Ddl Zan è stato un tema caldo di quest’estate, anche se ormai possiamo dire sia diventato tiepido, se non addirittura freddo.

Nonostante ciò, riteniamo che sia importante riesumare il disegno di legge e portarne a compimento l’iter parlamentare;  le ragioni non riguardano solo una giusta questione di diritti e di inclusione, ma anche, motivazioni economiche, che riguardano soprattutto il turismo, cosa che potrebbe apparire meno scontata.

L’accostamento potrebbe apparire strano ai più, ma come giustamente ci insegna la sostenibilità, le tre sfere: economica, sociale e ambientale molte volte comunicano tra loro senza che ce ne accorgiamo.

Avete mai sentito parlare di turismo LGBTQ? Si tratta di un segmento turistico che si rivolge prevalentemente a Gay, Lesbian, Bisex, Transgender e Queer prediligendo aziende e destinazioni turistiche che accolgono apertamente questi viaggiatori.

In Europa occidentale questo turismo ha un valore di 64 miliardi di euro, con un incremento annuale previsto di 1,4% annuo nel prossimo decennio. In UE, infatti, circa il 6% si dichiara apertamente gay, lesbica o transessuale, ma, quando la domanda è posta diversamente, oltre il 10% afferma di avere un orientamento sessuale diverso dall’eterosessualità.

Si nota come le nuove generazioni, soprattutto la Generazione Z, sono decisamente più aperte nei confronti della libertà di orientamento sessuale, tanto che per molti la questione sta diventando un non-problema.

Ancor più interessante è sapere che ciò si registra anche nei paesi in cui l’omossesualità non è accettata tra la popolazione.

Sono le generazioni che si spostano con maggiore facilità, essendo, di fatto abituate ad essere connesse costantemente grazie ad Internet e ad avere quindi un approccio più globale nei confronti del mondo. Insomma, i giovani si muovono sempre di più e tramite il web sono alla ricerca di soluzioni inclusive e attente sia alla diversità che alla questione ambientale, come abbiamo visto con le manifestazioni Fridays for Future, ma che comunque possano garantire un’esperienza genuina e autentica, specialmente per quanto riguarda il cibo. Per quanto riguarda le altre generazioni, emerge come il viaggiatore LGBT è infatti un turista alto-spendente che predilige destinazioni ed aziende che si rivolgono apertamente al loro mondo. 

In Italia il turismo LGBTQ attualmente vale circa € 2,7 miliardi, secondo quanto stimato nell’ultima ricerca Lanfranchi Editore, un valore molto ridotto rispetto alla media dei sette paesi più simili al nostro: Germania, Regno Unito, Francia, Spagna, Polonia e Olanda.

Il motivo di questo valore limitato in Italia, un paese a forte vocazione turistica è ben spiegato nell’ultimo rapporto sul turismo LGBTQ della Commissione europea. Dalla ricerca effettuata su scala globale, emerge un quadro non certo roseo per il nostro Paese, dove per attrattiva di viaggiatori gay, l’Italia occupa posizioni secondarie rispetto ai paesi dell’Europa occidentale. Tre i quesiti indagati nel rapporto della Commissione, riguardanti: la percezione della qualità della vita per i cittadini LGBTQ, la possibilità di avere la migliore esperienza di vacanza per turisti gay e l’organizzazione degli eventi aventi questa tematica. 

Inoltre, il nostro paese è stato tra gli ultimi in Europa occidentale a legalizzare le unioni civili, e comunque non ancora i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Ciò è stata la causa di una perdita di un ingente fetta di turismo, dal momento che in primis la mancanza di tali diritti davano l’immagine di un paese poco tollerante e secondariamente ciò non ha permesso né ai cittadini italiani né a stranieri di organizzare le nozze (e quindi una potenziale luna di miele) in Italia. 

Uno studio sull’impatto economico dei matrimoni dello stesso sesso a New York ha stimato un valore di oltre 200 milioni di dollari annuali per la città. Valori simili sono stati rilevati dalla Comunità autonoma di Valencia, dopo che la Spagna è stato il terzo paese al mondo a legalizzare i matrimoni omosessuali.

Insomma, non si ha una percezione del nostro paese come di aperto e inclusivo e d’altra parte dallo studio emerge come siano proprio una mentalità aperta e proiettata al futuro, una storia di accettazione e la parità di diritti le prime caratteristiche che i viaggiatori LGBTQ considerano di una meta quando devono pianificare la propria vacanza. Fino a che non ci sarà piena accettazione per le persone con diverso orientamento sessuale, saranno le destinazioni giudicate più accoglienti a beneficiarne:Spagna, Germanio, Regno Unito e Olanda.  

Si evidenzia, inoltre, come le destinazioni che accolgono apertamente i viaggiatori LGBTQ danno un’immagine di sé di tolleranza e rispetto e ciò attrae anche viaggiatori eterosessuali che però sostengolo la causa dei diritti gay o sono solidali con essa.

Non stupisce quindi che tra le raccomandazioni della Commissione troviamo la necessità di promuovere e difendere i diritti tra tutti i paesi dell’Europa, promuovendo l’inclusione e la diversità, dando visibilità ai gruppi di cittadini che attualmente trovano poco rappresentanza, o non la trovano affatto.

Ecco perché la tutela dei diritti non sono solo un dovere civile, ma anche un’opportunità economica.

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