È il 21 settembre, i tartufai escono presto con i cani al seguito e le bisacce in spalla, iniziano a perlustrare il terreno alla ricerca del Tuber magnatum Pico, il classico tartufo “bianco d’Alba”.
La stagione della ricerca è ufficialmente aperta ma le aspettative non sono delle migliori, complice un’estate troppo secca e con poche piogge. Nel pomeriggio eccoli rientrare con le bisacce semivuote. Pochi tartufi e di piccole dimensioni. La scena si ripete anche nei giorni a seguire e sarà così finchè non arriverà la pioggia. Il prezioso fungo si sviluppa, infatti, in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di sviluppo che in quella di maturazione.
La conferma che la raccolta per il momento è scarsa si ha anche il 9 ottobre all’inaugurazione della 91esima Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, che durerà fino al 5 dicembre. I prezzi schizzano subito alle stelle arrivando fino a 4.500 euro al chilo.
Esiste un colpevole per tutto ciò?
Ebbene sì, ed è qualcuno che di problemi ultimamente ne sta causando davvero troppi: il cambiamento climatico. Le scarse piogge e la siccità, infatti, non hanno favorito il naturale sviluppo e la maturazione del tartufo, ritardando ulteriormente una stagione già posticipata.
La relazione tra tartufo e ambiente è cosa ben nota agli organizzatori tanto che, proprio i cambiamenti climatici saranno al centro del dibattito della Fiera dedicata al tema “Connessi con la natura”, con esponenti di spicco di diversi settori che si confronteranno sulle “Sostenibilità Incrociate”.
«Possiamo dire che il tartufo è un indicatore naturale del cambiamento climatico e noi che abbiamo come missione la sua tutela dobbiamo assumerci la responsabilità di individuare strategie per attutire gli effetti del climate change sulla produzione di questa materia prima eccellente».
Stefano Mosca, direttore dell’Ente Fiera del Tartufo Bianco d’Alba
Ma non è tutta colpa del clima: da tempo ormai i tartufai italiani lanciano l’allarme perché le tartufaie stanno scomparendo, per l’abbandono delle campagne e la mancanza di cura dei boschi, facendosi promotori di progetti sostenibili, spesso coinvolgendo i viticoltori e gli agricoltori del territorio, in difesa del delicato ecosistema del tartufo, tra i più forti simboli di biodiversità. Perché anche, e soprattutto qui, sta la sua preziosità.
Cura dell’ambiente e della biodiversità sono quindi le ricette per salvaguardare un prodotto che ogni anno genera sul territorio un indotto da 150 milioni di euro, porta in Langa oltre 600mila visitatori e costituisce un eccezionale volano economico. Ambiti su cui già da tempo ci si sta muovendo: con il progetto Breathe the Truffle è stata lanciata una campagna di crowdfunding per la salvaguardia delle tartufaie a rischio del Sud Piemonte, sono stati avviati programmi di manutenzione forestale e accordi – ad esempio con il Consorzio Spumante Alta Langa – per la piantumazione di piante adatte ad ospitare le spore che generano i tartufi.
Oltre a sostenere la candidatura italiana della pratica di cavatura come patrimonio immateriale Unesco.
Quindi per quest’anno meglio rinunciare a un fine settimana a base di tartufo nelle Langhe?
Assolutamente no! Meglio, però, aspettare la metà di novembre, il momento migliore per degustare il prezioso fungo. Considerata la forte connessione tra tartufo e ambiente è importante che anche un fine settimana di divertimento e relax si svolga nel pieno rispetto della biodiversità, cercando di ridurre il più possibile l’impatto ambientale.
Come fare?
Traveleco ha la soluzione!

Tra le dolci colline dell’albese e le vicine Alpi Marittime sorge l’Agriturismo Cantine Bevione.
Antonella e la sua famiglia, sanno come darvi il benvenuto e offrirvi un piacevole soggiorno a contatto con la natura e le tradizioni enogastronomiche del territorio. Immerso nel verde e circondato da stradine di campagna, siete a soli 5 km dal centro di Dogliani dove troverete tutti i servizi utili e, ottimo punto di partenza per visitare le mete più conosciute come Barolo, Mondovì o Cuneo.
Un’ottima soluzione che fa anche del bene all’ambiente.